Breve elenco di cose a cui tenersi stretti

“Scrivere può essere un compromesso per non perdere di vista e di affetto noi stessi”. Lo ha scritto nelle stories Martina di @instasogno. Io lo sottoscrivo dedicando una piccola pagina di diario a pensieri a ruota libera che non voglio disperdere come fa la notte con le idee. Il tenersi stretti, per me, passa anche da qui: dalla scrittura.

Colori e dettagli: tra le cose a cui tenersi stretti

Alle photo opportunities sparse qua e là. Al loro significato altro che nasconde l’intima necessità di assorbire i dettagli per allenarsi a non lasciarseli sfuggire – come un immacolato paio di Converse bordeaux a stelle bianche scovato tra una miriade di scarpe ammassate e rovinate, o un pavimento con piastrelle multicolor coperto dalle auto parcheggiate lì a fianco.

Alle cose leggere fatte con serietà

Alla capacità di non camminare per strada bendati e sordi, di fermarsi incantati a guardare uno stupido miscuglio di colori che di stupido ha solo il mio timore di essere colta a fotografarsi i piedi mentre il mondo attorno corre per sbrigare cose, non perder tempo, non darsi retta, per dar retta a ciò che c’è da fare.

Sciocco, no?, credere di poter competere con questa caterva di impegni programmati che non ammettono distrazioni frivole lungo il percorso (sebbene, al contrario, il tempo per posare gli occhi giudicanti sulle storie altrui lo si trovi sempre).

A tutti gli adesso sprecati a cui restituisco senso e dignità cautelandoli dallo sprecarli ancora.

Alla voglia di tenerezza, al bisogno di darne. Agli abbracci che si mantengono vigorosi e a chi non ha dimenticato come si fa; a chi si pensa e lo dice. Ai vestiti in viaggio da una casa all’altra per occupare angoli che accoglieranno e racconteranno vita nuova; alle promesse che non ho bisogno di fare a voce alta o a voce in generale.

Alle passeggiate del weekend in pieno giorno desiderate dal lunedì, al sole in faccia, alla lentezza. Alla frenesia della mente che immagina, costruendo pensieri felici più alti dei grattacieli newyorkesi. Agli spazi da innaffiare col silenzio e la solitudine, tra i miei preferiti in assoluto.

Ai “testi lunghi che nessuno legge”, a quelli degli altri in cui amo immergermi e a quelli con cui faccio respirare i pensieri prima che diventino fiumi impetuosi capaci di scavare solchi profondissimi. Alle sneakers, con cui macinare chilometri e pensare comodamente. Ai blazer vintage con le spalline grandi e imbottite.

Ai colori in giro per la città, la Puglia, il mondo

A quelli che mi porto dentro e a quelli che voglio portare fuori. A quelli che cerco ovunque, che si lasciano acchiappare; che mi spingono a credere, a stringermi forte per stringere forte a mia volta.

Alla vita, alle persone che in ogni modo possibile la rendono densa e piena come le guance dei bimbi. Alla loro innata capacità di stare al mondo e di insegnarlo a noi adulti – notoriamente portati a credere di essere i migliori nel farlo (che folle illusione). Alle domeniche e a ogni giorno della settimana vissuto a credere in qualcosa, ad amare qualcosa, a tenersi stretti.

Come alle cose elencate in questa breve pagina di diario che per fortuna esistono.

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